martedì 29 gennaio 2008

Show must go on

Como, 29 gennaio 2008. E’ ancora buio, le luci dei lampioni si riflettono sulla superficie piatta del lago. Di solito le strade sono deserte a quest’ora del mattino, ma oggi non è un giorno come gli altri. Oggi la città si è svegliata in un clima diverso: sono le 6 e davanti al Tribunale c’è già la fila. Uomini, donne, ma soprattutto anziani e studenti, si sono alzati all’alba con la speranza di conquistare uno degli agognati 60 biglietti con il numero per poter accedere all’aula in cui si tiene il processo per la strage di Erba.
Ancora una volta i riflettori si accendono con morbosa curiosità su un fatto di sangue. Ancora una volta il simbolo della vicenda è la foto di un bambino sorridente che non c’è più. Youssef come Samuele, la storia si ripete. Non c’è paragone con quanto accaduto a Cogne, nel caso di Erba i fatti sembrano più chiari, eppure a Como si prepara lo stesso circo mediatico che aveva preso forma a Torino per il processo ad Anna Maria Franzoni.
Limitazione della circolazione nelle vie adiacenti al Palazzo di Giustizia, oltre cento giornalisti accreditati dall’Italia e dall’estero, una sala media attrezzata all’interno del tribunale per seguire il processo, riprese autorizzate ma che non potranno essere messe in onda prima della conclusione del dibattimento per la trasmissione di Raitre “Un giorno in pretura”.
Queste sono solo alcune delle misure prese in vista della giornata di oggi. E non poteva mancare anche qualche provocazione: “Se facessimo pagare il biglietto d’ingresso risolveremmo molti problemi per le entrate comunali” è stato detto. Anche il Sindaco di Erba si è fatto sentire, prendendo le distanze dall’eccessiva spettacolarizzazione dei fatti che di sicuro ha danneggiato almeno in parte l’immagine della cittadina.
Ma ora ci siamo. Fino all’ultimo non si sapeva se i due imputati Olindo Romano e Rosa Bazzi sarebbero stati presenti in aula. Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime, aveva dichiarato di non vedere l’ora di guardarli in faccia. Ne avrà la possibilità visto che sono arrivati. Anche lui è stato portato dal carcere di Vigevano, dove è detenuto da alcuni mesi per detenzione di droga.
Seduti nella “gabbia” mano nella mano, i coniugi Romano parlano sottovoce e si scambiano tenerezze. A vederli così sembra impossibile pensare che siano stati loro, un anno fa, in una fredda sera di inverno, a uccidere tre donne e un bambino armati di coltelli da cucina. Avevano confessato, poi hanno ritrattato, adesso saranno i giudici a valutare.
Si apre così un altro capitolo di quello che sembra essere diventato un film a puntate. Della strage di Erba si è parlato tanto, forse troppo: per mesi è stata oggetto dei titoli di quotidiani e telegiornali e dei dibattiti nei salotti dei talk show. Dal delitto compiuto dai vicini di casa per futili motivi alla possibilità che Azouz Marzouk partecipasse al reality “L’isola dei famosi” fino al suo recente ritorno alle cronache per droga, le telecamere hanno passato in rassegna ogni dettaglio, scandagliando le vite di quelli che sono ormai diventati personaggi e tralasciando il rispetto della dignità delle persone.
Solo loro rimangono nel silenzio: quattro vittime innocenti.

1 commento:

Ely ha detto...

Ciao tesorino mio,

che bello che ora hai un blog.. l'hai fatto molto bene, sei una grande!

.. e così ora grazie ai tuoi interventi potrò sempre tenermi informata sulle cose (purtroppo anche molto brutte) che stanno succedendo in Italia.. certo che ne succedono ogni giorno di tutti i colori!!

Mi manchi,
un bacione da Dresda