giovedì 10 aprile 2008

Giochiamo pulito

Gli hanno chiuso le porte delle Olimpiadi di Pechino 2008. Motivo: tecnodoping. Lui è Oscar Pistorius, corridore sudafricano di 21 anni. L’atleta, amputato bilaterale, si avvale di protesi in fibra di carbonio che lo avvantaggerebbero. Il dibattito è aperto e nuove questioni sono state sollevate. Le ultime scoperte in campo medico e tecnologie sempre più avanzate ampliano il raggio di competenza dell’etica, spostando l’attenzione su elementi che prima non erano presi in considerazione. Tutto ciò si affianca al sempre presente problema del business che in più occasioni ha macchiato la correttezza delle competizioni sportive.
Dopo calciopoli e i casi di doping che hanno coinvolto atleti di grande successo, in Italia e all’estero, si risveglia l’esigenza di porsi delle regole. Su scala nazionale ma anche a livello locale le istituzioni hanno dato vita a numerose iniziative per sensibilizzare la coscienza pubblica sui valori dello sport.
L’Assessorato allo sport della Regione Piemonte ha avviato la campagna “Sport pulito” insieme al Coni e ad enti di promozione sportiva. Un decalogo di semplici norme di comportamento spiega il valore della competizione nel rispetto delle regole, l’importanza della solidarietà e della lealtà, i vantaggi della corretta alimentazione, il piacere di riuscire a superare i propri limiti psico-fisici senza ricorrere a sostanze che alterano le prestazioni sportive e che fanno male alla salute. Molti atleti, come Luigi Mastrangelo e Marta Capurso, sono testimonial della campagna e numerose squadre, sponsorizzate dalla Regione, portano sui campi di gara in Italia ed in Europa il logo dell’iniziativa.
Il Coni e le Federazioni sportive nazionali promuovono inoltre “Io non rischio la salute”, un progetto a tutela e salvaguardia del benessere per atleti, tecnici, medici, dirigenti dello sport, sui rischi del doping per scoraggiare l'uso di sostanze vietate e di metodi illeciti.
Se queste iniziative riguardano tutte le discipline sportive, un discorso a parte merita il calcio. E’ passato quasi un anno dalla morte dell’ispettore capo, Filippo Raciti, ucciso a Catania durante gli scontri fuori dallo stadio tra polizia e ultrà. In seguito a questo avvenimento che, insieme ad altri, ha minato alle fondamenta lo sport più diffuso in Italia è nato il progetto “Calcio domani”, di cui si occupa la cooperativa Solaris, sostenuta dalla Regione Piemonte, Divisione Sport. Ad esso hanno aderito tutte le società calcistiche professionistiche delle diverse province, che hanno sottoscritto la Carta valori. Nel project team che cura l’iniziativa ci sono tante personalità dello sport, della stampa e della cultura.
“L’educazione allo sport parte anche dai banchi di scuola - dice Mauro Sterpone, referente del progetto – e con questo intento nasce un’importante attività di Calcio domani, lo School Contest 2008, che ha lo scopo di coinvolgere gli studenti torinesi di primo e secondo grado, toccando circa 500 istituti in tutta la regione, per un totale di 180 mila ragazzi”.

Silvia Mattaliano e Stefania Uberti

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