venerdì 18 aprile 2008

In nome dell'amore

Anche l’amore può uccidere. Anzi, a volte è proprio l’idealizzazione di questo sentimento che lo arma del suo potere distruttivo. E' l’eterno conflitto tra Eros e Tanathos. La letteratura, il cinema, la musica ci propongono spesso modelli astratti, che si rifanno a quello romantico, a cui tutti aspirano.
Di questa ambivalenza si torna a parlare all’Università. Se ne discuterà mercoledì 23 aprile alle ore 15 nella Sala Lauree della facoltà di Lettere e Filosofia a Palazzo Nuovo alla conferenza "Nel nome dell’amore" .
L’ospite d’onore sarà Aaron Ben Ze’ev, presidente dell’Università di Haifa ed esperto di filosofia della psicologia e teoria delle emozioni, che si occupa da tempo di questo tema. A Torino presenterà il suo ultimo libro In the name of Love: Romantic Ideology and its Victims scritto con Ruhama Goussinsky e pubblicato dalla Oxford University Press.
Professor Ben Ze’ev, perchè l’amore romantico può fare delle vittime?
«L’ideologia romantica presuppone livelli di amore altissimi e difficili da soddisfare. Molte persone non riescono a raggiungerli e si sentono frustrate all’interno della relazione. Concetti come "l’amore è eterno" o "l’amore non può fare niente di male" legittimano tutto ciò che viene fatto "in nome dell’amore", giustificando a volte anche comportamenti estremi. In realtà molti di noi, se non tutti, nel corso della vita sperimentano le conseguenze di questa prospettiva, ma spesso non ne sono consapevoli. La violenza psicologica può essere molto sottile».
Quali meccanismi trasformano l’amore in uno strumento di violenza e morte?
«L’amore romantico è comunemente considerato in termini positivi: l’innamorato cerca la felicità dell’amato. Ma questa felicità deve comunque includere sempre l’innamorato stesso. Persino Pablo Picasso ha detto: "Preferirei vedere la mia donna morta piuttosto che con un altro uomo". L’amore è per sua natura un sentimento egoista e questo genera una contraddizione interna. Si perde di vista la realtà, l’autonomia dell’altra persona si annulla e l’attenzione si concentra su piccoli dettagli insignificanti che vengono distorti e deformati dalle menti più deboli, che possonno arrivare a compiere gesti violenti».
Perché le vittime di queste violenze nella stragrande maggioranza dei casi sono donne?
«Di solito a commettere questi atti sono uomini lasciati, che non sanno elaborare il lutto e reagiscono in maniera irrazionale. La violenza e l’omicidio sono il sacrificio estremo in un’interpretazione dell’amore come fonte assoluta di senso. Le donne che arrivano a tanto, invece, di solito lo fanno per difendere se stesse o i figli dall’aggressione del compagno».
Di che cosa è fatto l’amore oggi?
«Al contrario dell’ideologia romantica, l’amore è fatto di compromessi, così come tutti gli aspetti che caratterizzano la società moderna. Oggi abbiamo troppa paura del futuro, per questo non riusciamo a vivere a fondo il presente tormentati da quello che potrebbe succedere domani».

1 commento:

Ely ha detto...

Ciao tesorino,

è sempre bello leggere i tuoi articoli!!!.. come va? io sono ritornata ieri sera dalla mia vacanza francese.. son stati dei giorni molto belli, ho anche rivisto Any e Dalar!!!

Un bacio

ely