martedì 29 aprile 2008

Il nuovo volto di Torino

«Torino non è mai stata così bella» così Aldo Cazzullo, giornalista e scrittore, descrive la città in cui è nato e cresciuto in uno dei suoi libri più noti, Il mistero di Torino, scritto con Vittorio Messori.
Ha lasciato il capoluogo sabaudo nel 1998, quando Marcello Sorgi gli ha proposto di spostarsi a Roma per La Stampa. Nel 2003 si è riavvicinato, trasferendosi a Milano, per lavorare al Corriere della Sera: «A Torino ci sono le mie radici, ho visto il mio quartiere, quello di Via Bligny rinascere. Negli anni ’80 era un luogo di degrado frequentato da tossicodipendenti, ma attraverso la trasformazione degli anni ’90 è diventato il cuore della movida cittadina». I torinesi, da sempre tacciati di ipocrisia e falsa cortesia, non vanno criticati: «Il recupero della forma è una cosa positiva. Oggi l’educazione è vista troppo spesso come un esempio di debolezza, mentre in realtà è un valore che va apprezzato». Come la città, i suoi abitanti hanno cambiato umore:«Prima erano molto guardinghi, riservati, ora non si può dire che siano ottimisti, ma di sicuro non c’è più il pessimismo di una volta. Fino a qualche hanno fa eventi come la retrocessione della Juventus in serie B o la fusione Intesa-Sanpaolo sarebbero stati vissuti come veri drammi, invece si è cercato di vederne anche gli aspetti positivi». Qual è stato il punto di svolta? «Le Olimpiadi sono state un segnale del cambiamento, non il fattore scatenante. Più significativa è stata la scomparsa di Gianni Agnelli. La sua morte ha innescato una reazione che si è manifestata inizialmente con una grande dimostrazione di affetto e di solidarietà in memoria dell’Avvocato per poi tradursi in un impegno costante, in un lavoro alacre che ha portato alla ripresa della Fiat e al rilancio dell’immagine di Torino in Italia e nel mondo». E ora cosa succede? «Vorrei che i torinesi riscoprissero il senso del bene comune, l’orgoglio di aver fatto l’Italia. Stiamo assistendo ad un annacquamento di identità che va superato in funzione delle virtù civiche e del ritorno al rigore».

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